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Era l’estate scorsa, quando con mia grande sorpresa e gioia, mi ritrovai ad ascoltare, un sempre ispirato Servillo, cantare “cosa è la vita senza l’amore/è solo un albero che foglie non ha più” e chiudere il brano (“Ma che freddo fa”, di Nada) con “…ma questa vita cos’è/se manchi tu…” Read more…

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Era dalla scorsa estate che avevo voglia di ascoltarli e vederli suonare dal vivo. Un anno fa si esibirono sempre nella Cavea dell’Auditorium, ma di quella data ne venni a conoscenza tardi, quando i biglietti erano già tutti esauriti. Sold-out nel 2013 e sold-out quest’anno senza che, in questo intervallo di tempo, sia, peraltro, uscito alcun nuovo lavoro. Segno evidente che la band newyorkese sta vivendo un buon momento, confermando il proprio seguito e raggiungendo nuove, entusiate, platee. Ma forse troppa gloria da alla testa. Read more…

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Le onde lambiscono la riva e la barca sparisce al di la della baia; nel silenzio. E’ ora di tornare. Riprendere la via di casa. E dimenticare.

Ma si dimentica soltanto se si ha la capacità di guardare avanti ed il coraggio di abbandonare. E stasera se qualcuno ha dimostrato di saperlo fare qualcun’altro mi ha lasciato, invece, di tutt’altro avviso. Mi è capitato recentemente, al concerto di Agnes Obel, di rimanere sorpreso dalla bravura dell’artista che ne apriva lo spettacolo, Melanie De Biasio. Oggi al Teatro Studio dell’Auditorium Parco della Musica di Roma, è successo nuovamente, con il sorprendente trio guidato da Theo Ceccaldi che si è esibito prima del duo Marcotulli/Truffaz. Read more…

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Scopro solo all’ultimo momento questa bellissima iniziativa dell’Auditorium Parco della Musica che apre le sale per una giornata intera offrendo alla cittadinanza un bel numero di concerti gratuiti. Meglio tardi che mai ovvio, e avendo adocchiato nel palinsesto il concerto di Doctor 3 (Danilo Rea, Enzo Pietropaoli e Fabrizio Sferra) fissato per le 12 decido, senza troppo dispiacere, di rinunciare ad una giornata al mare e di concedermi un tuffo nella musica, nell’arte. Read more…

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“Vado a vedere un concerto jazz”. Avevo detto questo ad un’amica lo scorso 24 maggio. Jazz. Si, anche, forse. Successivamente, per definirlo, sono rimasto molto sul generico e sul “genere” perchè, di fatto, lo spettacolo cui ho assistito risulta quanto mai di difficile catalogazione. Read more…

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Il jazz e il cinema non si nutrono soltanto di una serie infinita di punti in comune, di vicinanze incredibili e tracce storiografiche che scorrono quasi parallele. Mentre i fratelli Lumiere sperimentavano i primi lungometraggi, a New Orleans, punto focale di una più vasta zona del basso Mississippi, nasceva un genere musicale che avrebbe rivoluzionato il ‘900. Read more…

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Non ricordo, almeno negli ultimi anni, di aver assistito ad un concerto a metà del quale un numero, seppur contenuto, di spettatori si alzasse per andar via. Al primo movimento tra le file di poltrone ho pensato ad impellenti bisogni fisiologici, al secondo ho immaginato terribili quanto imprevisti accadimenti casalinghi, al terzo ho capito che si trattava semplicemente di noia, stanchezza, disagio per lo spettacolo cui stavamo assistendo.

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