Mulatu Astatke

Diplomato alla Berklee Music School di Boston (primo Africano nella storia a raggiungere questo traguardo), Mulatu Astatke ha dato vita tra gli anni ’60 e ’70 al movimento denominato “Ethio-Jazz“. Il suo status di artista di “culto” si è poi rinnovato a partire dal 2005 quando il regista Jim Jarmusch lo vuole a tutti i costi per la colonna sonora del film “Broken Flowers” (che contiene ben sette sue composizioni) a cui fa subito seguito l’interesse dell’etichetta francese “Buda Musique” che ristampa una collana dedicata a Mulatu e all’Ethio-Jazz che si intitola “Ethiopiques” e di cui ad oggi si contano quasi trenta volumi.

Il terzo millennio segna dunque per Mulatu Astatke una nuova primavera e la sua musica, straordinaria ed incredibilmente senza tempo, è arrivata a conquistare nuove schiere di ascoltatori e tra loro moltissimi artisti contemporanei. Nomi internazionali del calibro di Nas, Kanye West, Madlib, Criolo, così come gli Italiani Baustelle (in “Amen”, loro quarto album) lo hanno celebrato in alcune loro produzioni.

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foto di Andrea Boccalini - cortesia del Roma Jazz Festival

 

Nel 2009 la Strut Records è riuscita a riportarlo negli studi di  registrazione (dopo oltre venti anni di assenza) affiancandogli il collettivo londinese degli Heliocentrics. Ne è nato un album magico: “Inspiration Information”, accolto in maniera entusiastica e che ha riscosso molto clamore anche nel nostro paese. Sempre per la Strut Records ha fatto seguito la splendida raccolta antologica “New York – Addis – London” e l’album “Mulatu Steps Ahead” nel 2010. Disco registrato tra Boston e Londra con il contributo della Either Orchestra, di alcuni membri degli Heliocentrics ed altri ospiti speciali, che si spinge su territori sempre cari all’Ethio-Jazz ma nella sue sfaccettature più fumose e dilatate.

 

Da allora un’intensa attività concertistica lo porta ad esibirsi in tutto il mondo. Ogni concerto è un appello alla danza e si trasforma in una irresistibile festa. Leader, arrangiatore, vibrafonista e percussionista, Mulatu Astatke dal 2010 suona stabilmente con la Step Ahead Band che ha base a Londra ed è formata da alcuni dei migliori musicisti della scena jazz britanninca ed europea, come il trombettista Byron Wallen, il batterista Tom Skinner, il bassista John Edwards e il sassofonista James Arben, che hanno contribuito a ridare nuovo e giusto lustro ad uno dei più importanti musicisti africani di sempre.

La Step Ahead Band lo ha accompagnato anche in “Sketches of Ethiopia”, il nuovo lavoro in studio, uscito alla fine del 2013 per la prestigiosa label francese Jazz Village ad ulteriore conferma della caratura internazionale dell’artista etiope. Sei composizioni originali e due brani tradizionali sapientemente riarrangiati. In “Sketches of Ethiopia” Mulatu sintetizza e miscela il suo particolare approccio in un groove moderno intriso di antiche melodie, riflessi di musica colta occidentale, ritmi latini e afro-funk e, più brillanti che mai, le radici africane. Un album splendido in cui per la prima volta ad arricchire ulteriormente le partiture, appaiono le voci. Quella ardente di Tesfaye e quella della nuova musa del Mali Fatoumata Diawara.

 

Mulatu Astatke è un maestro che ha trovato finalmente un posto nella storia, accanto a giganti come Duke Ellington e Sun Ra.

 

Dal vivo si esibisce ormai stabilmente con questa line-up:

Mulatu Astatke: vibrafono, Wurlitzer, percussioni

Byron Wallen: tromba

James Arben: sax

Danny Keane: cello

Alexander Hawkins: piano e tastiere

Neil Charles: contrabbasso

Tom Skinner: batteria

Richard Olatunde Baker: percussioni

 

Recensioni:

 

“Sketches of Ethiopia è, senza alcun dubbio, uno dei più interessanti, divertenti, intriganti tra quelli usciti negli ultimi tempi e può ben servire a far scoprire al grande pubblico un personaggio assolutamente singolare, un musicista che ha scritto la storia della musica del suo paese e coniato uno stile che non ha eguali, l’ethio-jazz.” Ernesto Assante, Repubblica.it, 23 ottobre 2013

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“…ha dimostrato anche al pubblico romano quanto bene funzioni a livello sonoro l’asse «New York – Addis Abeba – London», come recita il titolo di un sua antologia.” Luigi Onori, il manifesto, 26 ottobre 2013

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“Un bagno di folla ha accolto il concerto del padre dell’Ethiojazz, musicista in grado di influenzare in modo trasversale colleghi d’ogni parte del mondo”. Lucilla Chiodi, Musica Jazz, gennaio 2014

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“Astatke si conferma e si rinnova. Il momento della pensione appare ancora lontano”. Piercarlo Poggio, Blow Up, ottobre 2013

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“…un maestro del jazz contemporaneo..:” Pierfrancesco Pacoda, Consumatori, novembre 2013

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“Quella di Mulatu Astatke è, in soldoni sonanti, una musica a 360°, mirabile punto di incontro fra tradizione e contemporaneità, fulgido esempio di un senso di musicalità non comune, davvero senza confini”. Roberto Valentino, Strumenti Musicali, dicembre 2013