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“BITTESCHÖN, PHILOPHON! Vol.1” LA PRIMA RACCOLTA DELL’ETICHETTA BERLINESE PHILOPHON FONDATA E DIRETTA DA MAX WEISSENFELDT

Philo- (prefisso) phílos greco = amichevole, amico.

-phon (suffisso) phōnḗ greco = suono, voce

Philophon (sostantivo) = amico del suono, veneratore del suono, amante del suono.

“Philophon – for the love of tone” suona come lo slogan di una società di medie dimensioni degli anni ’80. Il batterista e produttore Max Weissenfeldt dopo aver fatto del suo hobby una professione, ho sentito il bisogno di fare un lavoro che potesse anche considerare un hobby. È stato a partire da questa considerazione che ha preso le mosse il big bang silenzioso della sua etichetta: la Philophon.

Süddeutsche Zeitung, uno dei più importanti quotidiani della Germania, ha definito Max Weissenfeldt “il musicista tedesco più interessante del momento”.

Max era con Dr. John nell’album Locked Down vincitore di un Grammy, per cui ha creato il cosiddetto “Groove Monster”, era con Lana Del Rey in Ultraviolence, era con gli Embryo negli anni ’90 in infiniti tour per oltre 500 concerti, era nel sud-est asiatico a studiare la musica classica dei Saing Waing in Birmania, era a Londra con gli Heliocentrics, era negli Stati Uniti con l’ex batterista dei Sun Ra Arkestras, Marvin “Bugalu” Smith, ma il suo primo amore musicale all’inizio della sua carriera fu il crudo funk afro-americano in tutte le sue sfaccettature, come documentato su migliaia di 7″ della seconda metà degli anni ’60.

Il suo primo progetto, nato insieme al fratello Jan nella cantina dei suoi genitori a Monaco quando era ancora adolescente, si chiamava The Poets of Rhythm, gruppo funk e soul ispirato ad un sound anni ’60, che avrebbe presto innescato una rinasciata radiofonica a livello mondiale. “Non avremmo mai creato lo stesso funk sporco per Sharon Jones e Amy Winehouse senza i Poets of Rhythm - ha dichiarato Gabriel Roth, aka Bosco Mann, cofondatore della Desco Records prima di andarsene per fondare la Daptone - senza di loro la storia del pop sarebbe stata diversa.”

In parallelo, sempre insieme al fratello, da vita ai Whitefield Brothers (Now-Again / Stone Throw Records). Il debutto “In The Raw” segna un ulteriore passo in avanti in una direzione afropsichedelica che si svilupperà ulteriormente in “Earthology“, secondo album a nome Whitefield Brothers, disco la cui lavorazione ha preso ben 15 anni e con cui i due raggiungono la vetta più alta di creatività fraterna mettendo a punto un Groove che diventa il loro marchio di fabbrica e un riferimento in tutto il mondo.

“Il nome Philophon e il desiderio di aprire un’etichetta me li sono portati per anni nel mio cuore - racconta Max – solo che non c’erano le condizioni per farlo. Era il periodo in cui ero sempre in tour con gli Embryo, la leggendaria band del Krautrock. La svolta arrivò quando lasciai Monaco per Berlino unendomi al gruppo gamelan del compositore indonesiano Gutama Soegijo. È stato nel suo studio che ho avuto la possibilità di prendere uno spazio. Finalmente avevo trovato un posto dove poter costruire qualcosa. Iniziai a lavorare con Stibbo Spitzmüller come tecnico e facemmo i primi esperimenti di registrazione. Era il 2012. Stibbo aveva portato una serie di vecchi apparecchi veramente notevoli: Telefunken, Neumann, Siemens … tanto che in inverno non ci siamo mai dovuti preoccupare del riscaldamento per quante valvole e tubi incandescenti avevamo intorno. Eravamo praticamente circondati! Avevamo gettato le basi per i Joy Sound Studios.”

A quei tempi Weissenfeldt viaggia anche molto in Ghana. Per lavorare con i musicisti incontrati nel corso di questi viaggi africani forma a Berlino The Polyversal Souls, una band composta da musicisti che condividevano come lui l’amore per la scoperta di suoni provenienti da tutto il mondo. e inizia a far cantare Roy X aka Jimmy Taylor, il figlio più giovane do Ebo Taylor, la leggenda dell’Highlife. Ed è in Ghana che scopre il virtuoso del kologo Guy One e il gospel Frafra di King Alogte Oho e riporta a Berlino le prime meravigliose registrazioni di questi tre talenti e un grande desiderio di pubblicarli.

Le precedenti esperienze da discografico di Weissenfeldt risalivano a quando il fratello Jan aveva avviato la “Hot Pie & Candy Records” che stampava negli anni ’90 i 7″ dei The Poets Of Rhythm, la loro band di allora, che all’alba del nuovo secolo pubblica con la Ninja Tune “Discern/Define”, lavoro cult con cui la band rompe l’approccio purista degli anni precedenti e sperimenta una matrice Funk in chiave maggiormente contemporanea.

Poi ci fu l’incontro con Philippe Lehman, rampollo della dinastia Lehman Brothers e cofondatore della Desco Records da cui si svilupparono successivamente Daptone, Soulfire e Truth & Soul Records.

“Alla fine di quel decennio - racconta ancora Max - il grande  appassionato di musica Philippe Lehman ci chiama a New York in circostanze principesche per aiutarlo a ricostruire la scena Funk. Per un periodo  abbiamo persino vissuto nei Daptone Studios a Bushwick e dormito nella stanza dove Amy Winehouse più tardi avrebbe inciso i suoi successi! Fu in quel periodo che ho potuto osservare e sperimentare da vicino il processo di strutturazione delle giovani etichette. Una volta rientrato in Germania, nella primavera del 2014, riuscii a convincere un distributore e fu così che uscirono i primi tre 7″ marchiati Philophon: Guy One, Alogte Oho and His Sounds Of Joy e Roy X. Poi fu la volta di  “Invisible Joy”, l’album di debutto di Polyversal Souls, una sorta di secondo capitolo di Earthology (e Bitteschön, Philophon! Vol. 1 è quasi come fosse il capitolo numero tre). Poco più avanti fu la volta di leggende come Hailu Mergia, Alemayehu Eshete, Idris Ackamoor & The Pyramids e Jimi Tenor ad uscire su Philophon, che comincia così a diventare più che un hobby. In seguito poi scopro che la nostra base (che è studio, ufficio e magazzino tutto in uno) a Berlino si trova nello stesso edificio della Parlophon – a quel tempo senza la “e” che verrà aggiunta solo in seguito alla fusione con la Columbia e che diventerà l’etichetta dei Beatles. Parlophone – Philophon, forse la prossima rivoluzione musicale avrà luogo sulla mia etichetta?”