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Chicken Production, “Dannataparte” – Quando la musica Popolare è davvero tale

Dannataparte è il primo album del collettivo Chicken Production, che con la prima uscita discografica, inaugura anche l’omonima etichetta. La musica, tutta a nome di Daniele Senesi e Antonio Cicci, si impernia tra i colori caldi delle sonorità reggae e pop fino a sconfinare nell’indie folk e l’hip hop. Un arcobaleno di suoni che caratterizza la Chicken P. sin dai primi esordi live. Una musica di pancia, non mediata da alcun artificio, quasi un gesto necessario o un’emergenza comunicativa. La scelta del dialetto terracinese per i testi ne conferma la sua forza. Daniele Senesi e Antonio Cicci danno vita al progetto Chicken Production, ispirati dalle opere di due poeti conterranei: Gigi Nofi e Giovanni Feliciani. Da qui la voglia e la necessità di mettere in musica un legame profondo con la propria terra d’origine, Terracina, cercando di tracciarne i tratti somatici, cantandone la storia, i vizi ed i suoi lati oscuri.Nel corso del tempo, la Chicken Production, ha avuto la fortuna di incontrare degli ottimi compagni di viaggio: Giovanni d’Onofrio, Emilio Di Manno e Giovanni Capozio, i quali hanno definito l’attuale composizione della band. Dannataparte, come un diario di bordo, pieno di appunti, glosse e immagini, ci racconta di un viaggio, a volte stupendo, a volte meno di chi sceglie di stare “dall’altra parte”.

 

Questo è quanto si legge sul loro sito. A questo punto potrei non aggiungere altro e invitarvi ad ascoltare (e a comprare) il disco. Ma provo a raccontarvelo un pò. Il titolo che ho scelto per il post “Quando la musica Popolare è davvero tale” racchiude il senso di quanto fin dal primo ascolto mi ha colpito in Dannataparte; ossia il fatto che, seppur le sonorità, gli stili siano alquanto eterogenei, il lavoro del collettivo Chicken Production risulta compatto, diretto e suona come un disco di musica popolare. Attuale, e in quanto tale “davvero popolare”. Molto più di tante produzioni “amarcord” (di pizzica, tammurriata, etc…) che cantano e suonano di storie e luoghi andati, che poco o nulla hanno a che fare con la cultura  popolare di oggi. La musica di Chicken Production racconta ed esprime in questo senso, senza filtri e definizioni, il “momento presente” ed è capace di integrare in se tante “voci” e suonare con tante anime: quella reggae, meravigliosamente morbida, poggiata su una dolce ritmica e su una linea di basso muscolosa e piena di cuore come in “Pische Muntane” o quella più intima, poetica, come in un’antica villanella, di “Ne N’è colpa mia“. Con “La Buriana” c’è il ritmo che esplode, bassi e percussioni che comandano e le voci che, sopra, ci intrecciano rime che sanno di fatica e sudore. Non mancano le ballate melodiche come “So vint” e “Pienzeme Mo” o tracce tutte da ballare: “Ju Mostre” e “Na Voce” (potentissimo dub caratterizzato da un ritornello – con la calda voce di Flavia –  intriso di mediterraneità). In “Le ville“, ultimo brano del disco, la musica popolare in quella che è la sua espressione più recente e, nello stesso tempo, più antica: il rap.

Dannataparte canta le mille storie di una terra e lo fa in dialetto, raccontando Terracina e la sua gente, i loro sogni e i loro drammi. Lo fa con la sabbia tra le dita, mentre guarda all’orizzonte, che è vita vera e speranza sempre, ai fiori e alle palme, respirando gli odori che il mare porta a riva e quelli che si porta via.

Un buon disco. Scritto, suonato, arrangiato e registrato bene. Dovremmo dare molto più spazio alla musica italiana. Se lo merita. Comprare Dannataparte è un buon modo per contribuire.

(Michele Mancaniello per RootsIsland)